Caos, shopping e leggende urbane. Il venerdì più affollato dell’anno ha un passato sorprendente (e più brillante di quanto immagini). E se anche il nero si mettesse a far… bollicine?
Succede a fine novembre, ogni anno.
È quando un venerdì qualunque si trasforma in una leggenda di sconti e sorprese. Lo chiamano Black Friday, ma tranquilli: non è un giorno di lutto per il portafoglio. Anzi.
E allora perché questo nome?
Come spesso accade, tutto inizia con una storia.
Negli anni ’50, a Filadelfia, i poliziotti chiamavano “Black Friday” il venerdì successivo al Thanksgiving (Giorno del Ringraziamento). Quel giorno, le strade della città si riempivano di auto, folla e caos.
Un incubo per la viabilità, un sogno per i negozianti. In breve, quel nome un po’ cupo divenne sinonimo di affari.
C’è chi dice che il termine sia stato “ripulito” dai contabili, che negli anni ’60 usavano l’inchiostro nero per indicare i guadagni e il rosso per le perdite. Il venerdì dopo il Thanksgiving, finalmente, i registri tornavano “in black”.
Da lì, il passo verso il mito è stato breve.
Oggi il Black Friday è una sorta di rito globale dello shopping, un piccolo capolavoro di attesa e desiderio. È il momento in cui il mondo corre ad accaparrarsi qualcosa di speciale prima che arrivi dicembre.
E noi di Bosca?
Be’, diciamo che non amiamo le cose troppo prevedibili. Certe attese, per essere gustate davvero, non si bruciano in un clic. Si lasciano desiderare, come una bollicina che sale lenta nel calice.
Insomma, preferiamo le sorprese.
Forse ne arriverà una, forse no. Ma chi fa parte della nostra Community, lo scoprirà per primo.
Ecco perché, se non sei ancora dei nostri, è il momento giusto per salire a bordo.
Ti bastano pochi secondi per iscriverti alla newsletter. E magari, quest’anno, scoprire che anche il nero è un colore che può brillare 😉