Un viaggio tra suono e tempo, tra luce rosa e vinile nero. Con “Random Access Memories” i Daft Punk hanno reinventato la disco riscoprendo il valore dell’attesa, del tocco umano, della materia che guarda al passato per disegnare nuovi spazi inesplorati.
Può un buon vino amplificare le emozioni che suscita un’opera d’arte?
Qui da Bosca pensiamo di sì, soprattutto quando con arte si intende il prodotto del genio creativo umano.
Ed è proprio da questa riflessione che nasce lo spunto per la rubrica “Bollicine Sonore”, un percorso nell’universo delle sette note visto con gli occhi di chi fa spumanti da quasi due secoli.
Così, dopo aver esplorato la rivoluzione sonora dei Beatles in Revolver, la poesia di Paolo Conte e la modernità di Achille Lauro, questa volta si vola tra Parigi e Los Angeles, dove nel 2013 due uomini mascherati hanno riscritto il linguaggio del pop.
Già, perché c’è qualcosa di profondamente umano in Random Access Memories (2013), quarto album del duo francese dei Daft Punk.
Nato in un’epoca di streaming e synth digitali, il disco è un atto d’amore verso l’imperfezione analogica: strumenti veri, voci filtrate da macchine vintage, groove “scolpiti” a mano.
È un album che sembra non avere fretta. Si prende il giusto tempo per far crescere il suono proprio come un Metodo Classico che affina lentamente, nel silenzio complice di un luogo magico come le Cattedrali Sotterranee di Canelli.
Il risultato? Un’esperienza multisensoriale dove ogni traccia (da Give Life Back to Music alla monumentale Giorgio by Moroder, passando per l’indimenticabile Get Lucky) brilla di un’eleganza sospesa tra nostalgia e futuro.
E dove va il pensiero? All’Alta Langa DOCG Rosé Collezione Luigi Bosca, naturalmente.
Perché quello che i Daft Punk fanno con la musica, Bosca lo fa con questo spumante d’eccezione: coniugare la tradizione e il desiderio di andare oltre.
L’Alta Langa DOCG Rosé Collezione Luigi Bosca nasce così, dal rispetto del tempo e dalla voglia di trasformarlo in emozione. Le sue bollicine raccontano di un artigianato di precisione, mentre il colore rosato evoca la luce calda del tramonto e l’energia di una notte che sta per cominciare.
Come il french touch dei Daft Punk, queste bollicine sono un gioco di equilibrio tra rigore e sensualità: profumi di frutti rossi, sfumature di pasticceria fine, un perlage sottile e persistente.
È un vino che danza a ritmo di funk. Raffinato ma mai distante, contemporaneo ma con radici profonde.
Perché ad unire l’Alta Langa DOCG Rosé e le esplorazioni sonore dei Daft Punk rimane un’idea comune: il futuro è più luminoso quando ha un’anima analogica, concreta, viva.
TIP!
E se ascoltando il disco ci venisse fame? Nessun problema: l’Alta Langa DOCG Rosé Collezione Luigi Bosca esprime benissimo tutta la sua versatilità in occasione di un aperitivo, magari con stuzzichini e finger food a base di mare o terra. Provare per credere!